La normale e fisiologica respirazione è nasale, e altrettanto dovrebbe essere durante il sonno. Respirare con la bocca, dunque è un fenomeno non fisiologico, che diventa necessario quando esistono degli impedimenti alla respirazione attraverso il naso. Nella respirazione nasale l’aria passa attraverso le narici, da qui al rinofaringe, l’orofaringe, l’ipofaringe e successivamente alle basse vie aeree. La roncopatia avviene per un’ostruzione che rende difficoltoso il passaggio dell’aria. Attraverso le prime vie aeree durante il sonno, con conseguente vibrazione dei tessuti molli che dà origine al caratteristico suono. Il rilassamento durante il sonno dei muscoli della bocca, della lingua e della gola, rendono ancora più difficoltoso il passaggio dell’aria.
Quando il flusso dell’aria è ostacolato da una condizione di riduzione del diametro dell’abituale via respiratoria, l’aria inspirata entra a velocità maggiore. Provoca un aumento della pressione negativa inspiratoria.
Questo, con la ridotta pervietà del canale aereo favorisce la roncopatia, che può essere determinata sia in caso di respirazione nasale, che orale, visto che gli ostacoli a carico delle vie respiratorie possono essere localizzati nel naso, nell’orofaringe e nell’ipofaringe (deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati, ipertrofia adenoidea, ipertrofia tonsillare, ipertrofia del palato e dell’ugola). La conseguenza è la vibrazione, nell’inspirazione, del palato molle e delle strutture vibratili.
Più sono ridotte le vie aeree più difficile diventa la respirazione durante il sonno. Si trasforma in apnea notturna e in piccoli blocchi respiratori che generano spesso risvegli improvvisi. Difficilmente una persona si rivolge al proprio medico semplicemente perché russa. Questo perché la maggior parte delle persone non considera affatto il russamento come una patologia da prevenire e curare. Viene considerato un “difetto” da sopportare con rassegnazione dentro le mura domestiche. E’ più facile invece che il paziente arrivi allo studio del medico spinto da quelli che sono i sintomi del disturbo. Per esempio: sonnolenza diurna, persistenti cefalee, scarsa concentrazione, deambulazione difficoltosa, aritmie, ipertensione.
C’è inoltre una correlazione tra russamento ed età: dopo i quarant’anni, il disturbo è più frequente e si accentua man mano che trascorrono gli anni. Ma ci sono altri fattori che scatenano la roncopatia e sono quelli legati ad anomalie o deformazioni di tipo fisiologico o anatomico.
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